martedì 22 aprile 2014

Tu, con il cuore nel fango

Perdonami, blog, se ti ho abbandonato.
Tante sere, distrutta dalla routine quotidiana, ho sentito la necessità di raccontarti cose che mi rendevano pesante. Ma la stanchezza mi ha sempre sopraffatto, e quindi niente, mi sono tenuta tutto per me.
In questi giorni Roma alterna giornate caldissime a piogge repentine e fastidiose. E' bellissima e disorganizzata e caotica come sempre, ma forse mi ci sto quasi affezionando. Penso sempre meno a trasferirmi all'estero. Con tanta fatica mi sono costruita una mezza stabilità fatta di volti, luoghi ed eventi amici. Mi sono adattata a quello che mi sembrava inadattabile, anche se sento comunque un sottile senso di inadeguatezza che in ogni caso si sta mischiando con tutto il resto ed è sempre meno percepibile. Penso ancora a come sarebbe la mia vita da qualche altra parte, ma non so come, mi sembra troppo tardi per ricominciare, o più semplicemente, attualmente non ne vedo il motivo. Mi vedevo già in Australia, in Francia o in Inghilterra, a fare l'ennesimo cervello in fuga con la nostalgia di lasagne, e invece in tutto il caos, la crisi e il nervosismo che talvolta mi provoca questo posto, posso dire di avere un mio posticino qui. Nella Città Eterna. A volte sento che i miei amici che si trasferiscono a Londra, Parigi o Bruxelles, e ovviamente li invidio perché due anni fa anch'io sono partita, per scoprire un'altra Europa che qui a Roma stentavo a riconoscere. Ma è come se non ne soffrissi più. Come se mi avessero anestetizzato e non facessi troppo caso alle cose brutte e rimanessi invece ogni giorno affascinata dalle tante, tante, tante cose belle che ci sono.
Chissà che succederà tra un anno.

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